L’incontro dedicato alla presentazione del mio saggio-biografia “Il mondo di Agitu” ha visto una partecipazione attiva e coinvolgente, con un pubblico attento e sensibile a ogni sfumatura della narrazione. Il libro racconta la storia di Agitu Ideo Gudeta, imprenditrice agricola di successo e fervente ambientalista di origine etiope, arrivata in Italia da rifugiata politica appena maggiorenne. La sua vicenda, ricca di determinazione e passione, si è purtroppo conclusa tragicamente con un femminicidio di inaudita violenza.
Durante l’incontro, il racconto della sua intensa esistenza, da autentica Cittadina del Mondo, ha suscitato un profondo interesse e un’emozione palpabile tra i presenti. La sua vita, narrata con trasporto, non ha solo toccato me, che ho avuto l’onore di scrivere la sua storia, ma ha anche colpito coloro che non la conoscevano, stimolando riflessioni su molte problematiche attuali.
Dallo scambio con il pubblico è emerso chiaramente come la vicenda di Agitu sia emblematica di alcuni dei grandi mali del nostro tempo. In primo luogo, il fenomeno del land grabbing, ovvero l’accaparramento indiscriminato di vaste aree agricole nei paesi di origine dei migranti, spesso vendute a grandi aziende o governi stranieri senza il consenso delle comunità locali. Questo processo priva intere popolazioni delle loro terre destinate tradizionalmente alla pastorizia e all’agricoltura, costringendo molte persone a migrare in cerca di un futuro migliore.
A questa ingiustizia si sommano le immense difficoltà di chi affronta viaggi pericolosi per giungere in paesi sconosciuti e, spesso, ostili. Barriere linguistiche, culturali e sociali rendono l’integrazione un percorso complesso, ma Agitu ha dimostrato che con coraggio, ingegno e determinazione si può trasformare l’avversità in opportunità. La sua scelta di avviare un’attività autonoma e sostenibile, premiata per la qualità e il gusto dei suoi prodotti, il rispetto per l’ambiente e la valorizzazione delle aree alpine marginali, è una testimonianza concreta di resilienza e visione.
L’emozione suscitata dalla storia di Agitu non si è dissolta con la fine dell’incontro, ma è proseguita a tavola, dove alcuni dei partecipanti hanno condiviso un momento di convivialità autentica. Questa esperienza ha incarnato perfettamente lo spirito di Tecum, che non si limita a nutrire il corpo con prelibatezze gastronomiche, ma si impegna anche a stimolare la mente e l’anima, armonizzando ciò che la società tende a separare. Grazie ad Agitu, la serata si è trasformata in un’occasione di arricchimento reciproco, confermando che il cibo, la cultura e la memoria possono intrecciarsi in un dialogo profondo e significativo.
Benedetta Capezzuoli è nata a Firenze dove ha svolto l’attività di Medico veterinario e dove ora coltiva i suoi interessi letterari con produzioni di vario genere. “Gli ultimi contadini della Piana”, una raccolta di racconti che ha avuto la menzione della Presidenza del Senato seguita da due romanzi: “Un maso toscano racconta” e “Preziosa Penelope”. Dopo “Il mondo di Agitu” ha pubblicato “Anodo sacrificale”, il suo ultimo romanzo.